venerdì 20 aprile 2007

L’ultima luna

Luna che brilli nella notte più scura
Luna ti scorgo da questa fessura,
luna tu musa di poeti e scrittori
luna tu sfondo di moltissimi amori.
L’una di notte,un altro giorno è passato
luna tu unica amica di un condannato.

Io sono per l´abolizione della pena di morte nel mondo.
Dei condannati conosciamo tutto, l’informazione fatta di telecamere e Tg ci racconta le vicende e ci indigniamo, ci domandiamo il perché,discutiamo e ci schieriamo pro e contro.
Ma c’è chi muore solo,nascosto dai riflettori.
In questo mondo molti paesi praticano la pena di morte Cina, Iran, Iraq ecc….
Attraverso esecuzioni diverse ma comunque e dovunque orrende quali lapidazioni, decapitazioni, impiccagioni, fucilazioni.
Molti di questi paesi non hanno raggiunto una democrazia, sono stati imprigionati da regimi totalitari, autoritari e illiberali, dove il “capo” ha anche il diritto divino di sopprimere una vita.Il premio per la vergogna tocca alla Cina con la cifra di 5000 condanne a morte,più dell’85% delle sentenze capitali di tutto il mondo.
Ma ciò che colpisce il senso comune della giustizia è quel fenomeno di mercificazione della esecuzione, i “tir della morte”dove medici senza morale, spostandosi da carcere a carcere , estraggono gli organi dei condannati per poi rivenderli a danarosi in attesa di trapianto.
Una domanda: che differenza c’è tra la Cina e l’Iraq su questo tema? Pressoché alcuna.Perché allora con uno fare la guerra e con l’altro fare accordi economici e commerciali?
Grande vergogna è la pratica della pena di morte in alcuni stati dell’America, confederazione che, da sempre, si fa portavoce di principi di democraticità e uguaglianza.
E’ possibile che uno stato democratico abbia la pena di morte anche se democraticamente introdotto attraverso un referendum?.Ma uno stato civile dovrebbe mettere a votazione il diritto alla vita?
Ci vorrebbe una giustizia giusta, no una vendetta da parte dello stato.

Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.
(Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo - Articolo 3)